Milano, 26 Agosto 2016
“Ma guarda intorno a te che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare. Tu dici non è niente. Ti sembra niente il sole! La vita, l’amore…”
Eccomi qua. Mi commuovo sempre quando ascolto questa canzone di Modugno, soprattutto nella versione dei Negramaro, un po’ più affine al mio impianto melodico interno. E poi va a finire che la canticchio tutto il giorno, e a mano a mano mi riaffiorano alla mente ricordi al limite con lo struggente che mi fanno commuovere ancora di più.
Insomma, un casino. Ma bello, eh?
Perché commuoversi, emozionarsi, lasciarsi avvolgere prepotentemente da una melodia, un refrain, una frase che a loro volta rievocano l’intensità di un’immagine che si tuffa nel cuore e lo fa sobbalzare è un’esperienza da non perdere per nessun motivo. Mai.
A volte mi capita di incontrare persone non del tutto capaci di godere delle piccole cose belle che si incontrano lungo la via, e visto che da tempo ormai, in parte anche perché negli ultimi anni ho avuto bisogno di ricaricarmi di un po’ di energia per affrontare meglio alcune battaglie, ho intrapreso la mia rotta verso la conquista della bellezza, in queste occasioni ci resto sempre un po’ male.
Io di natura sono ottimista, positiva, sorridente. Tendo, a volte ingenuamente, a vedere sempre il bicchiere pieno (ma poi dura poco perché ho sempre qualcosa a cui brindare) e mi impegno a cercare le angolazioni migliori per guardare e soprattutto vivere ogni situazione, e per trovare e nutrirmi di quello scampolo di bello che (lo so!!) da qualche parte si nasconde sempre.
Bisogna ammettere che chi si sforza troppo di trasmettere entusiasmo e ti dice “senti che bell’arietta” quando stai visitando il tempio Maya di Uxmal alle 14 di un torrido pomeriggio di metà agosto in effetti è poco affidabile, e credibile, se non altro appare non molto obiettivo, però ne va apprezzato l’impegno, perché è proprio l’entusiasmo la chiave di volta per farti aprire prima gli occhi e poi il cuore e per riuscire a farti levigare le rughe dell’anima. E allora, chi ha la capacità di trascinarti come minimo si merita un abbraccio. Di quelli stretti, però, e anche un po’ ingordi.
Poi, magari, anche in quell’area archeologica un baretto dove sederti per qualche istante a berti una coca ghiacciata all’ombra di un albero frondoso mentre osservi le vite della gente che passa di là lo trovi. E allora, come per incanto, il mantra della lamentela smette all’istante, e al suo posto ti si apre un sorriso pieno sulla faccia scaldata da quel sole che fino a poco prima ti sembrava nemico. (Comunque, per dirla tutta, ai templi Maya, volendo, ci si può andare anche verso sera, o la mattina presto dopo il caffè).
Quando decido di partire per un viaggio, di solito, non mi piace pensare che se fossi andata da un’altra parte sarebbe stato meglio, più divertente, più eccitante, più coinvolgente. Preferisco, e scelgo, di farmi trascinare, emozionare, coinvolgere dagli attimi che vivo in quel posto lì, con le persone che mi sono accanto, o nei miei pensieri solitari e non per questo meno intensi.
Un sole che tramonta sul mare, ad esempio, non potrà mai smettere di riempirmi l’anima di meraviglia, e allora ogni volta, ogni sera in cui ho la possibilità di abbandonare i miei sensi alla carezza di quella luce che a poco a poco perde profondità per avvolgermi nell’incantesimo ovattato della sua poesia, corro a prendermi un birrino fresco e mi siedo a godermi lo spettacolo. Che spettacolo…
Ci ho pensato molto ultimamente a questo tema, ne ho parlato con degli amici, mi sono anche un po’ infervorata in un’arringa che voleva difendere l’immenso potere che ha l’entusiasmo, un sentimento capace di farci vivere meglio, partecipare con gli occhi vivi, gioire, e contagiare di sogni anche chi ne è privo, in un vortice virtuoso che regala scintille alla vita.
L’entusiasmo alberga nei momenti che più ci avvicinano ai nostri progetti e riesce a renderci allegri prima ancora di aver compiuto il percorso per realizzarli, perché quando c’è voglia e c’è passione la strada da fare è piena di stimoli capaci di darci una spinta in avanti a ogni passo.
In fin dei conti, tutti, se davvero lo vogliamo, possiamo essere affascinanti sognatori, capaci di superare a testa alta tutti gli ostacoli, con coscienza ma senza il freno a mano tirato.
Possiamo essere creatori di possibilità, inventori di idee e di nuovi colori, e gli ingredienti per rinnovare la tavolozza possiamo trovarli ovunque, in ogni giorno, in ogni viaggio, in ogni situazione, basta che ci guardiamo intorno con un po’ di appetito emotivo. (Beh, a parte magari quella volta che per lavoro sono andata a Porto Marghera e in più pioveva, e io ci ho provato davvero ma insomma lì di bello obiettivamente non c’era proprio niente).
La bellezza ci salverà, lo dico sempre e lo ridico ancora una volta. Basta così poco…
“Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita”.
(Rita Levi-Montalcini)