Milano, 8 Gennaio 2017
Affascinante. Urgente. Sensibile.
Ecco, mi ha fregato così.
Eh sì, perché io il fascino delle parole lo subisco sempre parecchio. Sono importanti, le parole, poche lettere che messe insieme danno vita a melliflue promesse, alle quali poi, però, per non spezzare l’incantesimo, chi le pronuncia o le scrive deve anche riuscire il più possibile ad assomigliare, mettendo in atto una serie di gesti e azioni capaci di sprigionare (e quindi rendere vera) la stessa magia.
Cerco sempre di allontanarmi con tutti i mezzi che ho dalle carezzevoli litanie di cantastorie che, per risucchiarmi l’anima dentro i loro racconti, sono pronti a ingabbiare i miei colori smorzandone la vitalità. Eppure l’intrigante dolcezza di quei suoni, la morbidezza di quei tratti sul foglio riescono spesso a intrappolare il flusso dei miei pensieri ostinati, che alla fine, qualche volta ancora, si lasciano ammaliare.
Affascinante, urgente e sensibile è un impegno importante da mantenere, e io, lo confesso, sono particolarmente esigente, quasi pretenziosa a volte, quando si parla di fascino, bellezza, entusiasmo, sensibilità, riempimento, relazione, calore. Senso.
E’ andata così. Alla Feltrinelli c’è questa nuova trovata di marketing che intriga e attrae le persone curiose, o forse semplicemente sedotte ingenuamente dalla voglia di essere sorprese, come me. Sei in fila alla cassa per pagare i libri che hai scelto quando ti cade l’occhio su una pila di Secret Books, lì accanto, avvolti in una ordinaria carta beige (piuttosto shabby chic, a pensarci meglio) che nasconde la copertina, e quindi il titolo, ospitando in cambio un breve brano del libro scritto a mano da qualche svogliato commesso, e in alcuni casi poche parole pronte ad accalappiare l’attenzione del lettore, rispondendo con maestria ai suoi bisogni del momento.
Fascino, urgenza, sensibilità, nel mio caso. Ma se ci fosse stato un libro segreto che prometteva abbracci e leggerezza avrei preso quello.
Io amo decisamente scegliere, sempre. Le mie incursioni in libreria, poi, sono momenti lenti, che mi regalo e mi merito. Ci vado quasi sempre da sola, per poter perdere tutto il tempo che mi va di perdere, sfogliare con calma le pagine, leggere alcuni passaggi, lasciare che la mia immaginazione si accenda e voli via, oltre l’orizzonte sincero, portando con sé le figure che animano e colorano le copertine.
Eppure non ho resistito, per una volta, a fidarmi del caso. Avevo voglia di una sorpresa, forse, e così ho accettato di investire questi 9,90 euro al buio per farmi stupire. Cosa non si fa di ritorno da una vacanza esotica per far accettare al proprio Io la triste evidenza che domani è lunedì…
E così, rientrata a casa, ho scartato il pacchetto, trepidante come una bambina alle prime luci dell’alba del giorno della gita (o forse… forse meglio in effetti, come un’amante che attende il suo amato dopo giorni di lontananza).
“Atti osceni in luogo privato” di Marco Missiroli. Svelato il mistero.
Questo romanzo l’avevo preso in mano più volte, mi aveva incuriosito il titolo ardito e un po’ “paraculo”, ma per qualche motivo l’avevo sempre rimesso al suo posto.
Tra l’altro, una persona che di letteratura ne sapeva abbastanza me l’aveva sentitamente sconsigliato tempo fa, e io mi ero fidata del suo suggerimento, scegliendo altrove le mie letture.
Ecco perché la rivelazione apparsa sotto la carta beige mi è sembrata un segnale, un monito a emanciparmi definitivamente dal giudizio e dallo sguardo di chi non fa più parte, ormai, della mia vita. Praticamente un pugno sullo stomaco, o forse una carezza, chi lo sa.
E così l’ho iniziato a leggere, questo libro, e a dire il vero le prime pagine mi sono sembrate accoglienti. In ogni caso, mi appello a non so quale emendamento e rivendico il diritto di sbagliarmi, e correggermi, e ripensarci su, a questa lettura e più in generale alla lettura dei segni.
In fin dei conti, comunque, credo che ci sia sempre un senso dietro a quello che ci accade. Sorprese, avventure, sensazioni e istanti fanno tutti parte di quel grande disegno che traccia le rotte della nostra vita, abbozzate da noi, ma poi completate dal movimento armonico, a volte inaspettato, di altre mani, altri cuori, altri sguardi.
“Resta dubbio, dopo tanto discorrere, se le donne preferiscano essere prese, comprese o sorprese” (G. Bufalino).