Milano, 16 dicembre 2014
Un’istantanea fugace per immortalare un mondo che sembra non finire mai.
Confini che si allargano oltre la tela, trasportati nell’altrove da pensieri in evoluzione, stelle filanti di colore che conducono lontano, fuori da un’inquietudine destinata a svanire.
Il sorriso di fate amiche ci invita a una cena speciale, la tavola è imbandita con tutti i nostri sogni, si celebra l’incontro con l’anima straniera che vive dentro di noi.
Sono sempre stata affascinata dai planisferi, dalle mappe. Da bambina, a scuola, mi distraevo fissando le cartine appese alla parete della mia classe. Mi piacevano quelle politiche, così piene di colori diversi, pronti a tracciare confini fra storie e tradizioni, ma soprattutto quelle geografiche, che dogane non ne avevano, dove strade senza fine invitavano a muoversi, tonalità mutevoli di verde e di marrone spingevano ad alzarsi e l’azzurro dei fiumi disegnava ritratti in una mente ancora acerba ma già curiosa.
Osservare una mappa è un po’ come posizionarsi con cura sulla linea di partenza di un viaggio, di tanti viaggi. Immaginare un cammino, per poi partire davvero, allontanandosi da quel disegno per avventurarsi alla scoperta di nuovi orizzonti, nuovi incontri, e nuovi cieli in cui perdersi.
Battisti cantava “dolcemente viaggiare, rallentare per poi accelerare, con un ritmo fluente di vita nel cuore, gentilmente senza strappi al motore…”
Sì, viaggiare… perché il viaggio porta luce nel cuore.
Ci sono viaggi che ti guidano alla scoperta di mondi sconosciuti. E ti invitano a fiutare, golosa, le vite che sono passate di là, mentre osservi sagome intriganti disegnate da lame di sole su palazzi saturi di storie, o mentre passeggi pensosa su prati attraversati da chissà quanti altri passi prima di te. Ti immergi in un’atmosfera nuova, che ti sorprende a ogni istante e ti accende gli occhi di fantasia. E succede che ti siedi al tavolino di un bar, magari davanti a un porto dove le navi arrivano e poi ripartono, o in una piazza di una città che corre al ritmo di luci che pulsano di energia. E, semplicementi, guardi.
In quei momenti, così lontani dalle responsabilità delle tue scelte di vita, ti concedi di assaporare con calma tutto quello che ti passa davanti. Chiedi alle distanze in un colpo solo quello che il tempo non avrebbe che potuto regalarti una briciola alla volta.
Osservi curiosa le persone che passano, e sorridi vagheggiando per qualche istante sulle loro vite. Ti chiedi cosa portino dentro quella borsa, a volte ti convinci che ci siano gli ingredienti per preparare una cena d’amore, alla quale vorresti assistere, invitata invisibile.
Ti fermi a immaginare cosa ci sia dietro il sorriso vibrante dipinto sulle labbra di quella ragazza che volteggia sui tacchi alti, vorresti avvicinarti a lei e chiederle di raccontarti la sua felicità. Ascolti le lacrime di quel bambino, ti domandi se sia un capriccio o se c’è qualcosa che non va. Indugi sulle rughe tracciate con maestria sulla fronte di un pescatore che passa sul molo, con il volto bruciato dal sole, i pantaloni sporchi e una cassetta di gamberi freschi fra le mani, e ti chiedi quali pensieri siano passati di là.
La gente corre, oppure cammina lentamente, e ti sembra che sappia dove sta andando. O forse no, ma ci prova, come te che in quel momento vivi leggera, ospite di un mondo straniero eppure così tuo.
Ci sono viaggi carichi di incontri, di parole in tante lingue diverse, che a volte sanno raccontare ed entrare in sintonia con la tua anima più di chi ti conosce bene. Viaggi fatti di arte che ha scritto nuove storie, di sorrisi che esplodono dal cuore, di sapori insoliti, di profumi che ti avvolgono e di colori che nella tua tavolozza di emozioni non avevi mai sperimentato. Crocevia di nuove occasioni per vivere.
Ci sono viaggi per mare, dove l’acqua cristallina che ti scorre accanto lava via la tristezza. Viaggi via terra, dove ogni passo te lo sei guadagnato e sorridi a ripensarci. E viaggi in aria, che spesso sono quelli più lontani perché hanno bisogno dell’aiuto delle nuvole per portarti via.
Ci sono viaggi in cui il caldo asciuga i pensieri e li rende più buoni, le sensazioni si ammorbidiscono e il cuore batte come se fosse la prima volta. I tuoi occhi si accendono di meraviglia, mentre li riempi di immagini nuove, dipinte dalla superficie trasparente di un mare che pensavi esistesse solo nelle cartoline e da pennellate sicure di un verde dirompente che ti entra nell’anima e la fa rifiorire.
Poi, lungo il cammino, incontri un animale strano, così buffo, magari senza quella coda che tu gli avresti senza dubbio disegnato, o con delle orecchie talmente grandi che ti sembra quasi stonino un po’ nell’insieme. E accade che queste creature stravaganti ti fanno tenerezza, non ti ricordano nulla e proprio per questo ti piacciono un po’ di più.
Ci sono viaggi dove servono nuovi occhi, ma soprattutto un cuore nuovo, per attraversare l’arcobaleno e riuscire a nutrirti di tutti i colori che nasconde, in mezzo a un cielo così grande che ti sembra di non poterlo abbracciare mai.
E in questi viaggi non hai bisogno di affermare niente, né di esibirti, raccontare o spiegare, ma in silenzio ascolti, osservi, capisci. Incontri una parte di te che era partita per andare lontano.
Ci sono viaggi che rivolgono domande enigmatiche alla tua mente in cammino, altri che le regalano risposte che aspettava.
Ci sono viaggi che sono solo fughe, prove generali di distrazione, alla ricerca di una dolcezza che hai perduto negli abissi di un mare che ti ha rubato il sorriso.
Ci sono viaggi in cui decidi di guardare solo avanti, perché se ti voltassi indietro anche solo per un istante la paura di ripartire inchioderebbe al suolo i tuoi piedi, e i tuoi sogni.
Ci sono viaggi di sola andata, e quando parti sai bene che quello che hai lasciato non lo ritroverai più. E altri viaggi che invece prevedono, alla fine, un ritorno a quella che è ancora la tua casa, un nido accogliente che a volte è vuoto e freddo, ma altre volte ha dentro qualcuno che ti aspetta e non vede l’ora di riabbracciarti.
E poi… ci sono viaggi senza colori apparenti, in cui le suggestioni che arrivano da fuori sono in dissolvenza. Sono i viaggi al centro della tua anima, solitari e pensosi, viaggi silenziosi in cui l’unica melodia percepibile è quella scandita dai battiti del tuo cuore che tenta un nuovo sorriso.
Sono i viaggi in cui a volte ti sembra di impazzire, di non farcela, ma a poco a poco ti rialzi e ti senti più forte, perché è in questi viaggi che ti perdi per poi ritrovarti, incontrare la tua storia, rivivere i tuoi desideri di bambina e confessarti la consapevolezza di oggi.
E mentre cammini riconosci, nitide lungo la via, le impronte di quei passi che hanno marciato a lungo alla ricerca di amore, conferme, calore. Studi allo specchio quelle tracce sul tuo viso, quasi invisibili a un occhio non attento, che raccontano tutte le tue risate e le tue lacrime, i tuoi momenti di gioia e quelli in cui hai dovuto caricare dei pesi enormi sulle spalle esili eppure potenti, le soddisfazioni che hanno fatto di te una donna, la tua eccitazione e il tuo disincanto. E le tue battaglie con le contraddizioni della vita, fatta da un’alternarsi di magia a tinte forti e fiducia violata.
In questi viaggi l’atmosfera è sospesa, palcoscenico gentile della tua danza placida mentre riordini sugli scaffali gomitoli di ricordi per fare spazio a scampoli di nuove idee. I colori sono meno vivi, gli unici animali che ti fanno compagnia lungo la strada sono stravaganti conigli immaginari e le uniche persone che incontri sono tutte quelle parti di te che convivono da sempre dentro la tua anima, un’antologia composta da capitoli infiniti, da quello che sei stata, da ciò che saresti potuta essere e da quello che sei oggi. Una fotografia di te così precaria, ma altrettanto ricca di tutte le esperienze e le emozioni che hai vissuto e di tutto quello che, invece, ti è mancato.
Ci vuole un po’ di coraggio in più per vivere davvero questi viaggi, perché il biglietto di prima classe te lo sei conquistato con tanta fatica, e sai che lascerai segni indelebili dietro di te. E allora sorridi un po’ di più, e succede anche che ti commuovi, mentre ti vesti a festa per andare all’incontro con te stessa, una persona che, forse, non avevi visto mai.
“Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta” (T. S. Eliot).
Buon viaggio.