Milano, 26 Febbraio 2016
Esterno notte. Il blu invade la scena.
Bianca cammina per la strada. Guarda i suoi piedi che sfilano veloci nel buio, radici di quell’alfabetizzazione affettiva che le ha insegnato a far convivere dentro il suo cuore terra e cielo.
Si concentra su ognuno dei suoi passi, perché le piace vedersi andare avanti.
Sente il profumo della notte avvolgere a poco a poco i suoi pensieri ostinati, mentre ascolta il battito innocente delle luci di una città che ormai le appartiene.
Corpo, intelletto, modi. Il mantra dell’attrazione si fa strada dentro i suoi pensieri e attraversa la trasparenza del suo sguardo per penetrarle l’anima.
Corpo, perché l’esplosione della primavera consegna tutti i sensi a un abbraccio tenero e spregiudicato, disegnando sulla pelle carezzevoli spirali di calore.
Intelletto, perché l’incontro dialogico stimola il ritmo dei gesti e delle scelte e accende di meraviglia il rituale della seduzione.
Modi, perché non tutti i baci sono uguali, anche mentre si stringono patti con l’attesa.
Bianca dischiude le labbra in un sorriso, lo fa emergere dal blu della notte. Ascolta la sua voce silenziosa recitare la danza degli equilibri. Una voce che ha abitato in quel blu così a lungo da contenerne ogni errore, ogni ricordo e ogni fantasia.
Bianca vive un mondo pitturato di immaginazione, dove la materia dei giorni si mescola con la verità disordinata dei sogni. I suoi passi randagi per le vie della città scrivono nell’aria parole sdrucciole, che mettono fuorigioco ogni possibile realtà.
Mentre passeggia si accorge che la musica della memoria risuona fra le cicatrici della sua vita, colorandone il disegno con pennellate che raccontano la bellezza dei ricordi incontaminati.
Ha imparato ad accettare che le persone e le situazioni che ha amato inevitabilmente a un certo punto si trasformano in passato, a volte così remoto da non essere nemmeno più suo.
Bianca cammina, Bianca sorride. Corpo, intelletto, modi ormai non significano più nulla.
Cuore.
Bianca ha trovato la chiave per riuscire a mettere in fila gli istanti e costruire la sua storia.
“- Mi batte il cuore.
– Perché?
– Così… perché altrimenti sarei morto!”
(Totò)