Milano, 10 dicembre 2014
Un azzurro placido avvolge pensieri annodati da un vento d’estate. Schizzi di schiuma bianco latte tratteggiano i confini di un orizzonte che confini non ne ha. Il respiro rosso intenso di un tramonto vicino porta pace, dopo il lungo viaggio in un blu saturo di avventura.
Una storia vissuta o ancora accennata, immaginata, e intorno solo mare.
Raccontami una storia.
La storia di una giornata da ricordare, di un incontro che ti ha fatto brillare lo sguardo, di un momento in cui ti sentivi unica, sapevi di essere insostituibile, ed eri felice. La storia di un’emozione in cui ti sei tuffata senza scarpe, e che poi hai adagiato con delicatezza in un cestino pieno di raggi di sole, da tenere lì accanto a te, a farti compagnia.
Una storia che hai scoperto svoltando un angolo, in una strada di città, o in una viuzza di un paese di campagna, un giorno che scodinzolavi in sella a una bicicletta rossa guardando il cielo, abbandonata al sorriso che avevi dipinto sulle labbra, e nel cuore.
Una storia che hai letto nel volto di uno sconosciuto, su una spiaggia in primavera, o in un bar vicino a casa, la mattina presto, mentre ti godevi un caffè meritato e pensavi al tuo mondo.
Una storia che hai rubato, ladra di suggestioni, inciampando nelle parole di una signora anziana con la mente fitta di ricordi, un giorno in cui l’ennesimo treno ti portava lontano da te.
Una storia nata nel buio di una notte insonne, quando il senso di meraviglia e la voglia di vivere intensamente ti accarezzavano l’anima.
Raccontami la storia di quella bambina coi boccoli bondi, con la testa piena di fantasia e gli occhi pieni di colori, che disegnava solo paesaggi estivi e custodiva nella tasca del suo cappottino di mohair azzurro un piccolo amico immaginario con cui parlava della vita e dell’amore. E di quando, all’improvviso, è dovuta uscire da quella bolla di cristallo sottile per indossare una corazza di sorrisi, perché nella vita le cose accadono e bisogna imparare a difendersi. Anche da chi non ha tempo per ascoltare o voglia di capire.
Raccontami una storia in cui il vento soffia caldo su un gregge di nuvole di panna montata che disegnano una risata piena, poi fa volare gli aquiloni in un vortice di immaginazione e fa fluttuare palloncini innocenti verso il limbo dei sogni che danno colore ai pensieri.
Una storia dove il tempo è un regalo che riaccende occhi velati dal desiderio di recitare ruoli maestri, lungo un viaggio che non riscrive i propri errori. Una storia piena di energia che si trasforma, e la metamorfosi è la nuova scoperta.
Una storia piena di balli sensuali sospesi tra il mare e le stelle, ritmati da una musica pulsante di calore e nutriti da sorsi di vino che anestetizzano i pensieri, smussandone gli angoli bui, e solleticano sensazioni impalpabili.
Raccontami una storia a lieto fine, popolata dai personaggi belli delle favole per bambini. Come Bambi, con gli occhioni grandi pieni di stupore e la farfalla sul codino che trasforma le paure in ottimismo. Come l’elefantino Dumbo, che capisce il proprio valore e vola libero sopra la vita, senza rimpiangere la piuma magica. O come la fata madrina di Cenerentola, amica fedele che trova le occasioni anche quando non si vedono.
Anzi, raccontami una storia che una fine non ce l’ha, e raccontamela mentre sto distesa a occhi chiusi davanti al fuoco, in un pomeriggio lento, quando fuori è inverno.
Una storia leggera, come una risata di gioia mentre guardi un film muto che parla dritto alla tua anima, o come una musica morbida che esce da una finestra sul cortile. Come la carezza di un dito fatato che disegna un cuore su un vetro appannato. Come l’entusiasmo di un incontro tanto atteso, quando sfiorarsi fa venire i brividi lungo la schiena.
Raccontami una storia accogliente come un abbraccio appena sveglia, al mattino, e dolce come il bacio della buonanotte. Raccontami una storia che inizia dove inizia il mare.
Raccontami una storia che sa di mare, in cui i piedi nudi colorati di riflessi d’oro lasciano impronte di vita fra i granelli di una sabbia sottile. Una storia di sogni portati dalla corrente, profumati di sale, lievi come la superficie che all’alba si accende di luce e profondi come gli abissi che diluiscono le lacrime. Di sogni che ti fanno navigare lontano, trascinandoti via fra onde che sorridono, esplosioni vibranti di festa in un movimento perpetuo che cancella i vuoti dell’anima.
Raccontami una storia che sa di mare, perché, come scrive Jean Claude Izzo (in Chourmo, il cuore di Marsiglia), “Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice”.